Servizi di ristorazione collettiva: 3 fattori per una scelta oculata
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Il benessere in azienda è ormai una priorità per i lavoratori. Secondo lo studio “Il corporate wellbeing mismatch: come rispondere in maniera efficace alle aspettative di benessere dei lavoratori in azienda” realizzata dall’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, oggi la ricerca del “vivere bene” non è più una questione relegata solamente alla vita privata, anzi. Lo stare bene in ambito lavorativo è parte integrante di ciò che ciascuno desidera, tanto che un lavoratore su tre ha cambiato o ha intenzione di cambiare lavoro proprio a causa della mancanza di benessere. E la concezione di benessere si allarga sempre più, spostandosi da una visione esclusivamente economica a comprendere anche il benessere mentale e relazionale.
Dall’indagine di Gympass “Lo stato dell'arte del wellbeing aziendale 2025” emerge che l’88% dei dipendenti considera il wellbeing importante quanto il proprio stipendio. L’89% dei dipendenti che hanno preso parte alla ricerca dichiara che, se cercherà un impiego in futuro, prenderà in considerazione solo aziende che pongono un forte accento sul wellbeing aziendale; l’85% dei lavoratori ritiene che il proprio datore di lavoro abbia la responsabilità di contribuire al miglioramento del loro benessere, l’83% dei dipendenti potrebbe valutare la possibilità di lasciare un'azienda che non si preoccupa del benessere dei dipendenti.
Dall’indagine emerge che il 79% utilizza il programma di benessere quando gli viene offerto e il 69% dei dipendenti con programmi di benessere è soddisfatto della propria azienda, rispetto al 36% dei dipendenti di aziende che non forniscono questo tipo di benefit.
A sottolineare l’importanza del wellbeing aziendale è anche il recente Workmonitor 2024 di Randstand: il work life balance risulta al primo posto tra le priorità dei lavoratori, dopo retribuzione, sicurezza del lavoro, realizzazione, flessibilità, ferie, formazione e assicurazione sanitaria e servizio di ristorazione collettiva.
Il Ministero dell'Istruzione e del Merito definisce il benessere organizzativo come “la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che operano al suo interno”.
In Italia, sono quattro i riferimenti normativi che le imprese devono tenere a mente a riguardo:
Dall’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano emerge un quadro piuttosto chiaro: se i lavoratori hanno ormai cambiato la loro percezione del benessere, le aziende sembrano un passo indietro. Secondo i dati dell’Osservatorio, infatti, solo 1 dipendente su 4 percepisce che la propria azienda si occupa concretamente del suo benessere, e solo il 4% è completamente d’accordo con questa affermazione.
La maggior parte delle organizzazioni, infatti, è ancora guidata da modelli di relazione fra azienda e lavoratore che difficilmente rispondono ai nuovi bisogni delle persone e i risultati di questa mancata corrispondenza sono i bassi livelli di engagement e la conseguente propensione delle persone a cambiare lavoro. Di conseguenza, in un mercato del lavoro in cui l’88% delle organizzazioni dichiara di far fatica ad assumere nuovi talenti, la capacità di comprendere e adattarsi alle nuove esigenze delle persone, garantendo il benessere in azienda, diventa non solo necessaria, ma anche strategica.
Tra le necessità, è cruciale ricordare che, un servizio di mensa aziendale o di ristorazione collettiva non è più opzionale.
Questi servizi non solo soddisfano i bisogni fisici dei dipendenti, ma promuovono anche un ambiente di lavoro più coeso e collaborativo. Offrire opzioni di ristorazione che rispondano alle esigenze nutrizionali e preferenze personali dei lavoratori migliora significativamente la loro soddisfazione e produttività.
In un contesto in cui il benessere è considerato tanto importante quanto lo stipendio, le aziende che investono in servizi di ristorazione adeguati dimostrano un impegno concreto verso il benessere complessivo del loro team, contribuendo a ridurre il turnover e ad attrarre nuovi talenti. Insomma: la ristorazione non è solo un benefit, ma una componente essenziale di una strategia di wellbeing aziendale efficace e lungimirante.
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